Pista da bob di Cesana, una risorsa da valorizzare


No al Club Med, a priori

In un momento di stallo amministrativo, in cui la giunta pentastellata decide di bloccare per 45 giorni l’amministrazione Comunale e per ben 2 Consigli comunali consecutivi non si approva neanche una delibera, discutendo però di questioni riguardanti il referendum sulle riforme costituzionali anziché di temi inerenti la città, nove Consiglieri 5 stelle presentano un ordine del giorno chiedendo al Consiglio di esprimersi contro il progetto che prevede di realizzare un resort turistico al posto dell’attuale pista da bob di Cesana-Pariol.
Ora, io non sono tra quelli che amano i grandi resort nelle zone montane incontaminate, né di sicuro ero tra quelli che volevano la pista da bob a Cesana quando Albertville si era candidata per ospitare le gare. Ma adesso che questo nastro di cemento esiste ed è ben visibile come uno sfregio nella montagna scendendo dal Monginevro, adesso che non viene più utilizzato da 5 anni, che cosa ne vogliamo fare? Prima di esprimere contrarietà tout court, forse anche per dare maggior risalto alle scelte della Raggi sulle olimpiadi romane, quali soluzioni prospettano i consiglieri di maggioranza prima di fare le loro affrettate considerazioni, che inevitabilmente hanno la conseguenza di scoraggiare i potenziali investitori?
La Regione Piemonte coordina da mesi un Tavolo tecnico, con Soprintendenza, Città Metropolitana di Torino, Comune di Cesana T.se e Fondazione XX Marzo, per verificare la fattibilità del progetto sotto il profilo urbanistico, ambientale e paesaggistico. Si è lavorato su un’ipotesi progettuale con tipologia a borgo alpino che prevede la rinaturalizzazione di più del 60 per cento dell’area attualmente occupata dal bob, liberando oltre metà del versante.
Per realizzare 1000 posti letto che offrirebbero 400 posti di lavoro diretti (oltre a tutto l’indotto), verrebbero direttamente occupati meno di 20.000 mq, su un’area complessiva interessata dal bob di circa 120.000 mq.
Si legge nel testo del documento presentato che “…si perderebbe una preziosa occasione per ospitare delle manifestazioni sportive di livello nazionale ed internazionale, con la conseguente incentivazione alla pratica sportiva che ne deriva su tutta la cittadinanza, nel territorio”
Ma davvero pensano di riaprire la pista, riempendo nuovamente i serbatoi con decine di tonnellate di ammoniaca per fare il ghiaccio, quelli sì un vero rischio per l’ambiente? Mi chiedo se ci sia chiesto quanto costa la gestione di una pista da bob, a fronte della possibilità di ospitare un numero molto esiguo di manifestazioni per questo sport. Inoltre lo sanno i Consiglieri firmatari che il progetto prevede un accordo con la federazione sport invernali per mantenere l’edificio di spinta, unico elemento di interesse, avendo costi di gestione limitati e considerato che la spinta rappresenta il 60% in una gara di bob?
Il Club Med ha detto di avere altre alternative: se non si concorderanno in tempio brevi le modalità di realizzazione, garantendo tempistiche certe, investiranno altrove (Austria, Svizzera) e qualcuno poi lo dovrà spiegarlo al territorio.
Mi chiedo quanto ancora durerà questo gioco del ferma-tutto e del dobbiamo-valutare-bene, riazzerando studi e progetti già avviati, perdendo opportunità e risorse.
Il Comune di Torino, per tramite della Fondazione XX marzo e della Sindaca della città Metropolitana Appendino, lavori invece per cogliere occasioni di rilancio turistico e occupazionale dell’area, indicando i criteri per verificare e monitorare che siano corrette le scelte tipologiche, ambientali e di gestione di queste opere, nell’ottica di incidere positivamente sull’economia e sulla valorizzazione delle nostre valli alpine.


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