Si dimettono i Revisori dei Conti


Clima ostile

Il Collegio dei Revisori dei Conti di Torino si dimette inviando alla Sindaca una lettera in cui ribadisce che è estraneo alle dinamiche politiche dell’Ente, ma di non aver potuto operare in un clima di collaborazione.
È un fatto grave, che non ha precedenti a Torino: il collegio è un organo esterno, eletto per sorteggio e quindi non “targato” politicamente. Si conferma la linea di questa amministrazione, che incarna la visione a 5 stelle: anche su questioni tecniche, in caso di pareri diversi non si cerca il confronto ma si procede per la propria strada, cocciutamente, instaurando un clima di autarchia politica che può portare a derive molto pericolose. Ricordiamocelo tra meno di 2 mesi, quando saremo chiamati a dare il voto per il Governo.
In fase di approvazione del bilancio previsionale per il triennio 2017-19, lo scorso aprile, i revisori avevano espresso ben 14 punti di riserva e 4 prescrizioni, mentre a fine anno hanno dato parere negativo all’assestamento che è stato approvato dal Consiglio senza il loro consenso. Da subito si è avvertito un clima ostile nei loro confronti nelle sedute di commissione, con la maggioranza grillina che li accusava perché non condividevano le loro scelte come l’utilizzo di entrate “una tantum”, di cui non è certa la riscossione, per la spesa corrente: multe ed oneri di urbanizzazione (che hanno dato la stura alla logica dei supermercati).
Su alcuni aspetti richiamati dai revisori (vicenda Ream-Westinghouse e restituzione della caparra) hanno ricevuto avvisi di garanzia sindaca ed assessore, oltre allo splendido Giordana.
La Magistratura farà il suo corso e la Corte dei Conti giudicherà l’operato della Sindaca sotto il profilo contabile, ma sicuramente i segnali che oggi arrivano con queste dimissioni non sono buoni e accrescono la preoccupazione sul futuro di Torino.

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