Marzo 2018


Cari amici,

i risultati elettorali del 4 marzo hanno avuto inevitabili riverberi anche sulla politica cittadina, ad iniziare dal diverso atteggiamento della Lega, più accondiscendente nei confronti della maggioranza 5 stelle (prove tecniche di governo?), ad un velo di accresciuta arroganza da parte della giunta e dei consiglieri pentastellati, forti di essere il primo partito a livello nazionale.

A Torino tuttavia le urne hanno restituito un dato difforme, con una città divisa in due: le aree nord e ovest al centrodestra e le aree centro/collina e sud al centrosinistra, mentre il M5S è ovunque terzo. Se ci limitiamo ai dati sul proporzionale, la coalizione di centrosinistra in città ha ottenuto il 33,69%, quella di centrodestra il 33,08 e il M5S il 24,22 (LEU il 5,45%). Nelle elezioni amministrative del 2016, prendendo in considerazione i dati del 5 giugno (non quelli del ballottaggio), Piero Fassino (con le liste collegate) si attestava al 41,84%, mentre Chiara Appendino arrivava al 30,92%.

Un calo generale quindi, ma certamente è significativo per la sindaca che da quasi due anni guida la città. Lei si giustifica dicendo “il lieve calo a Torino è dovuto alle scelte fatte per rimettere in ordine i conti“.

Il mio pensiero è invece che la gente abbia colto l’incapacità di visione e di scelta, si senta smarrita e vede la città declinare. E’ vero che Appendino ha ereditato una città con problemi finanziari, ma almeno prima si avvertiva una guida. Preoccupa oggi pensare quale città lascerà in eredità la sindaca, con i problemi non risolti ma accentuati, ad iniziare dalle periferie che infatti non le hanno confermato il voto.

In questi giorni stiamo discutendo il bilancio 2018 che approveremo dopo Pasqua: si dà fondo alle risorse con un piano di alienazioni importante, sia in termini di immobili che di vendita di quote societarie (IREN su tutte), si taglia su cultura e su welfare, mentre, incredibilmente, con Appendino sono aumentati i “premi” ai dirigenti del Comune (nel 2015 l’ente spendeva 1,35 milioni di euro per 112 dirigenti, mentre nel 2017 ne ha spesi 1,45 per soli 93 dirigenti). Evidentemente bisognava creare un clima di consenso interno…

In questa situazione preoccupante, con il PD intento a far dialogare le diverse correnti interne in vista di un congresso regionale che decida il nuovo segretario e il candidato per le elezioni piemontesi del prossimo anno, dove un centro destra in crescita si presenterà favorito – anche se non sarà facile risolvere il rebus della leadership tra Lega e Forza Italia come stiamo assistendo a livello nazionale – deve essere importante il ruolo di un movimento civico che sappia spendere competenze e logiche non partitiche per le politiche del territorio. Bisogna fare rete con tutte quelle espressioni che la società civile può esprimere, ci stiamo lavorando e su questo vi terrò aggiornati.

Di seguito un breve resoconto di alcuni dei temi trattati nel mese di marzo in Consiglio Comunale.

Olimpiadi: Torino non perda l’entusiasmo 

La vicenda della candidatura di Torino per le Olimpiadi invernali del 2026 ha messo in luce le difficoltà politiche della maggioranza 5 stelle, dove una parte di consiglieri dell’ala più ortodossa ha contestato la decisione della Sindaca di inviare una lettera al CONI in cui manifestava la disponibilità della città a candidarsi. Quando movimenti si aggregano sul fronte della protesta e della contrarietà, faticano poi a trovare una logica di concertazione e di scelta quando devono assumere responsabilità di governo.

Sul tema olimpico ho trovato grave l’atteggiamento di cautela tenuto da Appendino in questi mesi, sia come sindaca di Torino ma soprattutto come sindaca della Città Metropolitana. Infatti è giusto parlare di Torino come ponte verso le valli olimpiche, cioè Pinerolese, Valli Susa e Chisone, che con la città hanno ospitato l’edizione 2006 e che ancor di più ne portano l’eredità non solo in termini positivi (si pensi alla difficoltà di gestire o smantellare impianti quali il bob o i trampolini).

Il tema è, appunto, la proposizione del territorio: le olimpiadi possono essere uno strumento per realizzare un progetto ambizioso teso a ridisegnare Torino e le sue valli, interpretando una nuova concezione di turismo integrato che vede il fulcro in una città fortemente interconnessa e collegata con l’ambiente che la circonda.

Ho personalmente lavorato sia per TOROC che per Agenzia Torino 2006, conosco la realtà degli impianti che sono stati realizzati: sicuramente con una nuova edizione si potrebbero risparmiare cifre significative (lo studio di fattibilità della Camera di commercio stima 1 miliardo di euro in meno rispetto alla precedente edizione del 2006), da investire per quegli interventi che non si riescono a finanziare. Ad esempio per Torino il sottopasso della rotonda Maroncelli, il recupero di importanti aree dismesse che potrebbero essere utilizzate temporaneamente per ospitare atleti, media e comitati, restituendole poi con funzione di housing sociale, oltre ad azioni concrete che si possono realizzare per riqualificare le periferie, cerniera naturale della città verso il territorio circostante. Il tutto costruendo operazioni che possono coinvolgere investimenti privati, come già accadde per nel 2006.

Il CIO giustamente ha inserito tra i parametri maggiormente influenti nella valutazione delle assegnazioni la politica della LEGACY, ovvero la valutazione dell’eredità che l’evento olimpico lascia nei territori. Su questo bisognerebbe lavorare, sul post olimpico più che sull’evento in sé: vediamo come Milano abbia tratto energia dall’EXPO per avviare un programma importante di sviluppo, con importanti progetti di trasformazione urbana.

Nel 2006 si trattò di una scelta politicamente trasversale, appoggiata dal governo regionale di centrodestra e da quelli provinciali e cittadini di centrosinistra. Oggi siamo in grado di riproporre una concordia politica sui temi dello sviluppo di Torino? Purtroppo ne dubito, il clima è più ostile e prevale la paura di saper governare processi complessi. Occorre coraggio, occorre che Torino non perda l’entusiasmo per riproporre quello spirito di fierezza e di appartenenza che tutti ricordiamo e abbiamo apprezzato in occasione di Torino 2006.

 Polo del ‘900

Su mia iniziativa abbiamo svolto una visita al Polo del ‘900 con la Commissione Consigliare Cultura, in quanto ho recentemente avuto l’occasione di conoscerne il Direttore Alessandro Boggio.

Il Polo è un centro culturale aperto alla cittadinanza e rivolto soprattutto ai giovani, che riunisce una straordinaria ricchezza di documenti grazie ai diversi Istituti culturali coinvolti nel progetto, con la finalità far dialogare memoria e attualità.

Ha sede in una bella struttura di oltre 8.000 mq nei Quartieri Militari juvarriani di corso Valdocco.

Consiglio caldamente a tutti di fare una visita a questa eccellenza della nostra città, che ospita un museo, una mostra  permanente (Torino 1938-1948), una biblioteca con due sale lettura, uno spazio polivalente per eventi, tre aule per la didattica, un’area per i bambini, sale conferenze e un minicinema.

Rifiuti

In questo mese sono state discusse due mie mozioni, che a distanza di mesi ho ripresentato, sullo stato del degrado e della raccolta rifiuti in due diversi ambiti. Nel primo caso chiedevo conto del non rispetto delle regole a Porta Palazzo: carretti e banchi parcheggiati ovunque e mancato rispetto della raccolta differenziata. La risposta al primo quesito è stata lacunosa (una situazione perdurante e di difficile soluzione) mentre è stato confortevole apprendere che finalmente, grazie al Progetto Organico Porta Palazzo, la raccolta differenziata tra i mercatali ha superato il 60%.

Il secondo caso riguardava invece strada Cuorgnè, alla Falchera, dove su questa via a senso unico e in zona marginale viene abbandonato qualsiasi tipo di rifiuto. La soluzione proposta è stata quella di assegnare con un bando (dopo 2 precedenti andati deserti…) la gestione degli adiacenti impianti sportivi, in modo da aumentare attraverso l’affluenza agli impianti, il controllo sociale dell’area, disincentivando l’abbandono dei rifiuti.

Forse la mia interpellanza ha sollevato l’attenzione verso questo angolo della Città, poiché domenica 25 marzo si è svolta un’azione collettiva di raccolta dei rifiuti insieme ad AMIAT e residenti. Con tanto di giornalisti che ritraevano la sindaca e l’assessore all’ambiente Unia all’opera con le ramazze. Utile coinvolgere la popolazione, in realtà erano state chieste – d’accordo con la Circoscrizione – azioni più strutturali quali l’installazione di telecamere e il posizionamento di griglie. Vedremo se sindaca e assessore dovranno tornare a farsi fotografare.

Dulcis in fundo

Il 22 marzo ho avuto l’onore di rappresentare la città ad una bella cerimonia in memoria di Nanni Salio, fondatore del Centro Studi Sereno Regis, nel corso della quale è stata scoperta una targa ai Giardini Cavour a fianco del busto dedicato a Gandhi, suo modello di riferimento per le molteplici iniziative sulla non violenza che hanno caratterizzato il suo impegno civile. In un periodo come l’attuale dove la prevaricazione, il conflitto (verbale e fisico) e l’oltraggio appaiono ormai quotidiani, ricordare e commemorare un uomo che ha dedicato la sua vita alla non violenza e al rispetto dell’altro è un segnale di speranza per poter convivere bene e meglio. Bello che alla cerimonia fossero presenti una cinquantina di bambini della scuola Tommaseo che “adotteranno” il tiglio e la targa in memoria di Nanni.

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Per mantenervi aggiornati sulla mia attività di Consigliere Comunale, ho da poco attivato il nuovo sito web www.francescotresso.it 

Visitatelo e fatemi avere le vostre osservazioni, grazie!

 Al solito segnalateci impressioni, suggerimenti e richieste a questi indirizzi:

scrivi@francescotresso.it

listacivica@comune.torino.it

Vi tengo aggiornati, buona Pasqua a tutti.

Francesco


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