Gennaio 2019


A META’ DEL GUADO

Cari amici, l’avvio del 2019 coincide anche con il giro di boa del mandato di questa Consiliatura comunale, tant’è che siamo in fase di rielezione del Presidente e dei vicepresidenti sia del Consiglio che delle diverse Commissioni.

Il nuovo Presidente del Consiglio è il 32enne Francesco Sicari, studente fuoricorso che nel suo curriculum indica come unica esperienza pregressa: “Inventarista e addetto rifornimento scaffali”. Ora, non mi appassiona il gioco un po’ snobista di voler giudicare le persone in base ai titoli di studio, e non ho nulla di personale con il suddetto Presidente, ma stiamo parlando della carica più alta del Consiglio dopo la Sindaca, di colui che rappresenta la città in un gran numero di occasioni ufficiali alla presenza delle massime autorità. Speriamo che la sua competenza in tema di scaffali lo possa aiutare nei suoi compiti istituzionali, anche se il vero tema da porsi è perché  siamo arrivati a farci rappresentare da persone con scarsa preparazione, e soprattutto come fare ora per ridare dignità alla politica, a tutti i livelli. Non esiste più la formazione che si faceva nei partiti, persino nelle parrocchie, a scuola manco si studia l’educazione civica. Credo questo sia il punto di partenza, stimolare il dibattito partendo dal basso, educare ed appassionare giovani capaci che non vedano la politica come luogo a loro alieno.

In termini di nomine, per quanto mi riguarda rimarrò vicepresidente della Commissione urbanistica e di quella denominata “Legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi”.

A metà mandato, dopo due anni e mezzo dal suo insediamento, il mio bilancio sull’operato di questa Giunta è piuttosto modesto: pochi gli investimenti e le progettualità, in nome di una pesante situazione economico-finanziaria ereditata che ha bloccato tutto. In realtà la conduzione del bilancio comunale, compito non certo banale, non è stata rigorosa e sono state costantemente utilizzate le entrate da alienazioni (di immobili, di partecipazioni societarie, vedi IREN o Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle) per pagare la spesa corrente (cioè il funzionamento ordinario del Comune), non certo per risanare il debito o per fare investimenti. Semplificando, è un po’ come se in famiglia, stante una situazione di difficoltà, si vendessero i gioielli della nonna non per sanare il mutuo ma per cambiare la macchina. Infatti la Corte dei Conti, avendo esaminato i conti del 2018, ha ammonito Sindaca ed assessore a metà gennaio dicendo che il Comune di Torino resta un malato grave e che le cure individuate non sembrano produrre gli effetti previsti.

Molti anche i tentennamenti e i ripensamenti, a iniziare dai ritardi per la progettazione della linea 2 della metro, che han rischiato di far perdere i finanziamenti, alla non chiarezza sulla ZTL, alla concessione disinvolta di deroghe al Piano Regolatore per realizzare supermercati. Molto ancora si potrebbe citare, ma su tutto mi sembra emerga una mancanza chiara di visione su quali siano le vocazioni da valorizzare e quali le strategie per dare occasione di sviluppo a Torino. Una città che invecchia, che si chiude e rimpicciolisce nella ricerca di una decrescita anziché allargarsi al territorio per essere maggiormente competitiva ed aprirsi all’Europa.

Il tutto sotto la guida di una Sindaca che scappa dai problemi: non è quasi mai in aula e men che meno c’è stata quando si sono affrontate questioni importanti per la Città, dalle olimpiadi al boicottamento della TAV. Nel frattempo scarica sull’entourage (che si è scelta) le sue incapacità, giubilando di tanto in tanto qualcuno per tenere buona la sua maggioranza, da tempo insofferente. Ha già cambiato due assessori, ancora in questo mese l’Assessore all’istruzione Patti, rea di aver mal gestito le mense scolastiche e il trasporto dei bambini disabili. Ha dovuto mandare a casa i suoi più stretti collaboratori (Capo di Gabinetto e Responsabile Ufficio Stampa), non proprio delle figure impeccabili che si sono resi protagonisti di vicende squallide.

Non un quadro confortante, che rispecchia a livello locale l’improvvisazione e la mancanza di competenza che registriamo nel Governo centrale.

 

Di seguito una breve sintesi dei principali argomenti che mi hanno visto impegnato in Consiglio nel mese di gennaio.

 

TRASPORTO DISABILI

 Come già detto nella precedente news, a seguito delle traversie attraversate dalla ditta Tundo, affidataria del Servizio trasporto disabili, la Città è subentrata ai pagamenti degli stipendi arretrati dei dipendenti. Purtroppo con l’anno nuovo non è migliorata granché la situazione per gli utenti, in particolare per le famiglie di bambini con difficoltà che non hanno quotidianamente la certezza che il Servizio si svolga regolarmente, trovandosi a doversi organizzare all’ultimo per gestire le emergenze. Il tutto ora si è aggravato perché il bando pubblicato dal Comune per rinnovare l’affidamento del Servizio è andato deserto per 7 lotti su 10.

Per questo che ho presentato la mozione “ISTITUZIONE DI UNA CABINA DI REGIA PER IL CONTROLLO DEL SERVIZIO DI TRASPORTO DISABILI“, chiedendo che si istituisca un osservatorio permanente, al quale partecipino i rappresentanti dei genitori e le associazioni di disabili, oltre naturalmente agli uffici comunali e alle
ditte affidatarie, per cercare di prevenire le criticità e fornire una migliore comunicazione agli utenti, che è stato il vero punto dolente.

 

IL GAZEBO DELL’ASSURDO

Presso i Giardini Sambuy, quelli di fronte a Porta Nuova, insiste da oltre 20 anni un
piccolo gazebo dove si sono alternati, prima sotto la gestione dell’associazione commercianti di via Roma e poi dell’associazione Giardino Forbito, spettacoli ed artisti, incontri e momenti di animazione. Il gazebo di fatto è stato un presidio sul territorio contro degrado e incuria, offrendo benessere e tutela del giardino, oltre a fornire un bel biglietto da visita per chi arriva in treno nella nostra città ed esce dalla stazione di Porta Nuova.

Per problemi vari legati alla sicurezza statica ed impiantistica, la scorsa primavera il gazebo è stato reso inaccessibile. A settembre, la Giunta ha deliberato la sua messa a norma, stanziando fino a 60 mila euro per i lavori ed affidando alla Circoscrizione 1 il compito di pubblicare un bando per la concessione del gazebo e delle attività ad esso connesse.

Dopo esami e sopralluoghi, ancora tutto è fermo.

Ho quindi presentato l’interpellanza “GIARDINO SAMBUY: È PIÚ INGOMBRANTE LA SUA PRESENZA O DECIDERE COSA FARNE?” Per sentirmi rispondere dall’assessore competente, Rolando, che l’intenzione della Giunta è quello di rispettare la delibera, previo accertamento della sicurezza e opportunità dell’investimento.

Ora, si tratta di qualche decina di migliaia di Euro per una struttura di 60 mq: davvero ci vogliono mesi per valutare il da farsi? Non è proprio la TAV, non credo serva un’analisi costi-benefici…

 

INTEGRAZIONE

 Il Consiglio Comunale ha approvato l’Ordine del Giorno “L’ITALIA ADERISCA AL GLOBAL COMPACT SUI MIGRANTI” che ho presentato.  Il Global Compact è un accordo sul problema della migrazione, voluto dall’ONU, che mira ad individuare impegni condivisi da parte della comunità internazionale per una migliore gestione dei fenomeni migratori a livello globale.

L’accordo stabilisce diversi obiettivi che dovrebbero orientare l’operato dei governi attraverso azioni e buone pratiche: non è una piattaforma vincolante, ma soprattutto ha un valore simbolico.

Il patto è stato firmato da 190 nazioni lo scorso dicembre, mentre l’Italia non lo ha sottoscritto, insieme ad uno sparuto numero di Paesi dell’est, i cosiddetti Paesi del Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria), non proprio un esempio a cui allinearci.

Io credo che la sovranità dello Stato si eserciti più responsabilmente all’interno di intese internazionali: per questo Torino, che si è sempre distinta come città inclusiva, deve esercitare la sua pressione perché il Governo sottoscriva il Patto.

 

IL MERCATO DEL LIBERO SCAMBIO

 A fine dicembre la Giunta ha approvato un’ordinanza con cui intimava di trasferire il mercato del libero scambio dall’area del canale Molassi, nella zona di San Pietro in Vincoli dietro il cortile del Maglio nella zona del Balôn, in un’area in via Carcano nei pressi del parco della Colletta, adiacente al cimitero generale.

Il mercato, recentemente rinominato Barattolo, è stato da sempre una questione complessa e delicata. Da una parte i venditori, che con questa attività tentano di sbarcare il lunario, dall’altra i legittimi diritti dei residenti delle aree limitrofe che in occasione del mercato vedono occupare un’area da migliaia di persone, con la confusione che questo può comportare ed il degrado lasciato dai rifiuti. Al Balôn da sempre convivono 2 anime, quella del mercato “in”, degli antiquari e delle bancarelle con la merce più pregiata, e quella del mercato “povero” il “merca’ d’le pate e dei pui” (degli stracci e delle pulci), dove tra il ciarpame puoi trovare qualcosa di cui riconosci il valore e qualcosa che ha valore solo perché ti serve e costa poco. Certo, nel mercato “povero”, il Barattolo appunto, qualcosa nel tempo è cambiato: fisionomie, dialetti, lingue, odori, sia dei clienti sia dei venditori. Così pure sono cambiate le forme, anche grazie al lavoro di relazione svolto da un’associazione nata per volontà del Comune, che assegna gli spazi in cambio di un importo per l’occupazione di suolo e per la pulizia.

Il fatto è che il sabato, giorno di Balon, cioè del mercato “in”, i venditori del Barattolo lavorano bene perché il flusso di persone che frequentano quest’area è elevato. Non sarebbe la stessa cosa dietro il cimitero, lo spirito dei luoghi, le famiglie non sono le stesse, non è uguale ciò che si trova nei dintorni, dai negozi di antiquario alla ristorazione. Per questo gli espositori del Barattolo si sono rifiutati di spostarsi, mentre la Sindaca stessa ha ribadito che la decisione è irrevocabile. Si paventano tensioni sociali, con le forze dell’ordine che dovranno far eseguire l’ordinanza contro il volere dei circa 400 espositori.

In tutta questa vicenda io credo sia mancata la politica e la capacità di individuare un percorso di mediazione tra tutte le parti in causa: venditori del Balon, espositori del Barattolo, residenti, commercianti della zona, forze dell’ordine che hanno il compito di  tutelare sicurezza e legalità…

Più che le ordinanze bisogna promuovere il confronto, garantendo la composizione dei diversi interessi o, almeno, la loro espressione.

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In chiusura, ricordo con commozione e dolore che lo scorso 25 gennaio è mancata Maria Amato, coinvolta nei tragici eventi della serata del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, quando era stata calpestata dalla folla in preda al panico. A seguito dei traumi riportati era rimasta tetraplegica, è spirata a seguito di complicazioni, lasciando il marito e i due figli che l’hanno sempre amorevolmente assistita.

Una vicenda che lascia sgomenti e deve impegnare tutta la città per impedire che simili incidenti possano ripetersi, vigilando ed operando per rendere sicura la vita della nostra comunità.

 

Al solito segnalateci impressioni, suggerimenti e richieste a questi indirizzi:

scrivi@francescotresso.it

listacivica@comune.torino.it

A presto, vi tengo informati

Francesco


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