- 4 aprile, 2017
- Il mio impegno
Una Variante al Piano Regolatore molto varia

Come fare una Variante senza studi a supporto
Il Consiglio Comunale ha approvato nel gennaio scorso la Predisposizione della variante generale al Piano Regolatore Generale proposta dal vicesindaco Montanari che contiene gli indirizzi operativi per predisporre una variante generale al Piano Regolatore. Che sia necessario mettere mano ad un Piano regolatore concepito circa 30 anni fa, per una Torino in cui la condizione demografica, sociale e di lavoro era completamente diversa, è scontato. La revisione del Piano è quindi un’occasione straordinaria per disegnare lo sviluppo della città e, secondo una logica democratica, deve essere condivisa da tutti quegli attori che possono apportare contributi: non solo i cittadini, ma gli ordini professionali, gli operatori economici, le Circoscrizioni, l’Università ecc..
Sarebbe stata l’occasione per attuare un processo di pianificazione partecipata, seguendo una metodologia molto cara ai 5 stelle. Al contrario la Giunta ha impiegato un anno a proporre un documento che a mio modo di vedere è debole, preferendo prima approvarlo e dopo condividerlo: si lascia spazio per i ritocchi ma non si condivide l’impostazione generale.
L’impostazione del documento è povera, si fa un elenco di buoni propositi senza porli in un logica di priorità, senza individuare elementi strategici su cui puntare. Manca la definizione chiara di come si intenda attrarre investimenti e come gestire processi di trasformazione urbana avvalendosi di partenariati pubblico-privati; non si punta alla mobilità come strumento per rendere più fluido il rapporto col territorio, è debole la parte di efficientamento energetico in una logica di sostenibilità ambientale.
Prevale invece un approccio da piccola cittadina di provincia che non mi sembra adeguato alle potenzialità che Torino possiede. Così si perde.
Qui il testo dell’interpellanza generale che ho presentato insieme ad altri consiglieri.