la legge del “click”


la retorica del voler essere formalmente molto vicini ai cittadini e – di fatto – minare i cardini della democrazia…

Ho sottoscritto l’interpellanza che chiedeva conto di come fossero stati assegnati contributi pubblici a progetti innovativi in ambito sociale e culturale tramite il bando pubblico AXTO – Azioni per le periferie torinesi.

Perplessità sull’individuazione del partner tedesco che ha gestito la piattaforma on line e in possesso di oltre 9.000 dati sensibili.

Non esistono analoghe esperienze di contributi pubblici dati con queste modalità e soprattutto questi processi partecipativi richiedono la relazione e non un “mi piace” digitato sulla tastiera.

Ne risulta che fare marketing sociale stia sullo stesso piano della capacità di fare progettazione sociale.

E non ultimo, tradisce un concetto fondamentale di delega politica: sono stati eletti per scegliere e decidere; e invece non solo hanno deciso di non scegliere, hanno delegato a terzi.

Ma la chicca è fornita dall’assessore Giusta che ha evidenziato come non sia stata richiesta la residenza agli utilizzatori della piattaforma We Gov Now perché venisse estesa la possibilità di voto a tutti coloro che, pur non residenti a Torino (ad esempio studenti), vivono in città. Permettendo così, a chiunque, anche residente a Bruxelles o a Ouagadougou di poter cliccare e decidere del destino delle periferie torinesi.

Coerentemente, non mi hanno ancora approvato la mozione del 1° febbraio dove proponevo di ammettere alla sottoscrizione delle petizioni al sindaco i residenti della cintura di Torino…


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