Bilancio Preventivo


Approvazione

Nel Consiglio Comunale del 6 maggio, oltre 1 mese dopo la scadenza prevista dai termini di  legge, è stato approvato il Bilancio preventivo per il triennio 2019-2021.  Come ho fatto notare nel mio intervento in aula, si conferma la prassi di questa amministrazione, ovvero mirare a chiudere i conti per galleggiare senza alcuna prospettiva di visione e senza scelte politiche incisive. Questo è un bilancio importante, perché dopo 3 anni dovrebbero essere chiare le scelte per arrivare a fine mandato, né è più possibile nascondersi dietro il refrain del dissesto ereditato.

La Giunta ha applicato un taglio lineare del 10 % sulle spese, nonostante si fosse già prelevato dalle tasche dei cittadini grazie ai rincari su Imu e Tasi, che hanno visto vanificare gli sforzi per calmierare gli affitti mettendo in discussione anni di politiche di segno opposto.

Oltre ai tagli lineari, la sopravvivenza dell’Ente viene garantita unicamente dalla pesante riduzione di personale, considerando che tra “Quota 100” e Fornero sono previsti 1.600 pensionamenti da qui al 2021, e solo 1 su 4 dipendenti verrà rimpiazzato. Così già dal prossimo anno ci saranno 100 posti vacanti tra asili nido e scuole dell’infanzia comunali, e lo stesso scenario riguarda altri settori nevralgici della Città come anagrafi, vigili, verde pubblico…

Logico pensare ad un ridimensionamento, ma anche in questo caso la Giunta non ha le idee chiare e non fornisce indicazioni su come intenda riorganizzare per determinare risparmi: in sostanza, non dice quali Servizi possano essere tagliati o esternalizzati. Infatti Appendino ha preparato una delibera con cui affida ad un soggetto esterno il piano riorganizzativo dell’Ente. Un meccanismo di delega quindi: ci si affida ad una società di revisione aziendale per ottimizzare i costi ma non vengono date indicazioni di tipo politico. Peccato che il  comune non sia la FIAT, e come si pensi di migliorare la qualità della vita cittadina, non rinunciando ad offerte sociali e culturali ad esempio, o rinforzando il sistema delle anagrafi periferiche, sono scelte politiche.

Un Bilancio debole, che parte con uno squilibrio strutturale intorno ai 60 milioni di euro, che vedrà costretta l’Amministrazione a svendere ulteriormente i gioielli di famiglia, quali quote di partecipate (IREN) e patrimonio immobiliare.


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