Gennaio 2020


Cari amici,

riprendo l’appuntamento mensile nel nuovo anno scusandomi per il ritardo. Il 2020 è iniziato con lo scenario politico incentrato sul voto regionale del 26 gennaio, e il risultato dell’Emilia Romagna restituisce fiducia nella capacità della gente di mobilitarsi, con un’impennata di partecipazione e con la gente che scende in piazza per dissentire da chi promuove divisioni e racconta falsità.

Difficile dire quanto abbia influito sull’esito del voto romagnolo il movimento delle sardine: io credo in maniera importante, perché ha dato voce ad una fetta di elettorato che non si sente rappresentato e che, almeno in parte, non votava più. Mi paiono segnali che vanno guardati con attenzione anche a Torino, in vista delle prossime elezioni cittadine del 2021, dove in forme diverse si son viste scendere in piazza le persone: le madamine prima, poi i giovani di Fridays For Future, ora le sardine.

C’è bisogno di un progetto nuovo, aperto, che possa realmente convogliare queste energie: se guardiamo bene, la differenza del voto in Emilia Romagna l’hanno fatta le città, questo indica che è il momento giusto per sperimentare metodi nuovi di partecipazione e che sono proprio le città i contesti ideali dove proporre forme innovative di mobilitazione politica: i partiti tradizionali non sono più rappresentativi e tra i più giovani in particolare manca una proposta accattivante realmente aperta a tutti.

A Torino stanno nascendo diverse iniziative che cercano di mobilitare la società civile, ed esistono realtà, legate al mondo dell’associazionismo ad esempio, che sono risorse preziose da coinvolgere. Sto lavorando ad un progetto per creare una rete, un laboratorio che sappia convogliare e non disperdere queste energie. Torino ha un capitale umano, culturale, produttivo su cui investire. Bisogna recuperare anche un po’ di orgoglio, uscire da una logica ristretta di interessi locali e di timore a volare più alto, pensando ad un ruolo di protagonismo in Europa: per questo mercoledì 5 febbraio ho preso parte ad una Conferenza Stampa a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, dove insieme ai civici milanesi ed al sindaco Sala si è condivisa la volontà di lavorare ad una piattaforma comune in vista del 2021, quando anche i cugini meneghini andranno al voto.

 

Di seguito una breve sintesi dei principali temi che mi hanno visto impegnato nell’attività in Consiglio Comunale.

 

CAVALLERIZZA (IR)REALE

La Cavallerizza ha occupato il dibattito Consiliare perché su questo tema la maggioranza 5S è spaccata. Dopo l’incendio dello scorso novembre, il Prefetto Palomba ha dichiarato lo stato di calamità ed ha imposto lo sgombero del Compendio da parte degli occupanti, che per fortuna si è svolto senza incidenti.

La settimana scorsa è stata presentata una manifestazione di interessi da parte di alcuni soggetti (Cassa Depositi e Prestiti, che è proprietaria di una parte, la Compagnia di San Paolo, l’Università ed altri) con un progetto che propone di investire un centinaio di milioni di Euro per ripristinare il complesso  e realizzare un Polo Culturale orientato alla produzione e alla fruizione artistica, oltre ad altre funzioni quali residenze temporanee per artisti e il trasferimento degli uffici della Compagnia.

Quest’ultima possibilità, il fatto che Compagnia entri pesantemente nella Cavallerizza, non piace all’ala più intransigente dei pentastellati, che vogliono si mantenga la destinazione di bene pubblico e si tengano fuori i privati.

Peccato che non chiariscano come intendano recuperare i fondi necessari, che non sono proprio bricioline.  In questi 4 anni poteva esserci una progettualità, frutto di un confronto serio con chi rappresenta le istituzioni culturali della città. L’Amministrazione, ancora una volta incapace di elaborare una propria visione, ha preferito mantenere la Cavallerizza come una riserva indiana, per salvaguardare il gruppetto di occupanti amici. Poi, quando non si gestiscono situazioni potenzialmente critiche, le cose precipitano, accadono gli incendi, si rischia di mandare in fumo un bene patrimonio Unesco; e quando altri propongono soluzioni si diventa ideologici. Alla fine si troverà un compromesso, Appendino non può rifiutare questa opportunità, con buona pace dei consiglieri più movimentisti.

 

VALENTINO

A seguito di un ulteriore incendio, quello che si è verificato al locale chiamato “Fluido” il 10 gennaio al Valentino, ho chiesto che venissero fornite risposte sul futuro del Parco, con locali che vanno in fumo, ristoranti storici che chiudono (l’imbarco Perosino), altri locali come la Rotonda e lo Chalet chiusi da anni, aggressioni che si verificano la sera.

Il Valentino è una delle ricchezze della città: una risorsa enorme, per la valenza che riveste in termini ambientali, culturali, sportive. Esiste un regolamento comunale che ne stabilisce i criteri di fruizione e prevede che “l’Amministrazione Comunale promuova e concerti un piano di gestione del Parco, teso ad orientarne e programmarne la fruizione di concerto con tutti gli Enti e Associazioni interessati”.

Ci sono alcune iniziative importanti che potrebbero essere di svolta per dare un nuovo volto al Valentino: spostare la biblioteca Civica a Torino Esposizioni e il progetto del Politecnico di recuperare spazi per la didattica sempre in quell’area. Ci sono realtà esistenti che non sono valorizzate, ad iniziare dall’orto botanico (l’antico Orto Regio istituito nel ‘700). Ci sono i circoli remieri, anche loro sono un presidio sul territorio.

In questi 4 anni l’Amministrazione ha lavorato ad una ricognizione delle concessioni, scoprendo diverse irregolarità che vanno sanate. Giusto, ma in 4 anni è pochino, ed è inutile chiudere locali che poi vanno in fumo se non si ha un progetto che nel frattempo si porta avanti. Abbiamo chiesto che si porti avanti quel piano di gestione del Parco di cui parla il regolamento, vedremo cosa sapranno fare.

 

BIBLIOTECHE SENZA LIBRI

 È questo quello che può aspettarci, considerato che nel Bilancio 2020 non è stato inserito nemmeno 1 euro a favore dell’acquisto di nuovi libri per il sistema bibliotecario torinese. A questo proposito ho presentato una mozione per chiedere, almeno in fase di assestamento di Bilancio, il rispetto dei parametri regionali: infatti la Regione eroga contributi ai comuni solamente se questi stanziano una spesa annua non inferiore a 0,50 Euro per abitante per l’acquisto di materiale documentario. Per Torino significa stanziare poco meno di 450.000 Euro su un bilancio di più di 1,2 miliardi, non è poi gran cosa se si crede che la cultura debba essere alla portata di tutti. La mozione è stata respinta dalla maggioranza 5S, che invece approva si spendano cifre significative per sostituire con i droni i botti di San Giovanni, per non spaventare gli animali domestici.

 

OSSERVATORIO TAV

Ho sottoscritto una mozione in cui si chiede che la Città di Torino rientri nell’Osservatorio del TAV.

Indipendentemente dal giudizio sull’opera, che si farà a prescindere dalla volontà dell’Amministrazione comunale, rimanere fuori dall’Osservatorio vuol dire non discutere sulla scelta del tracciato definitivo, che ancora deve definire alcuni nodi che impattano pesantemente sulla città, come lo scalo di Grugliasco e quello San Paolo, oltre alla definizione delle opere di compensazione previste. L’Osservatorio non deve discutere se fare o meno l’opera, ma il luogo di confronto e discussione delle ricadute sul territorio.  La mozione è stata respinta dalla maggioranza 5S, come era facile aspettarsi.

 

 GIORNATA DELLA MEMORIA

 “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire” (Primo Levi).

Può accadere, anche vicino, come succede con le porte imbrattate da infami a Mondovì ed a Torino. Vigiliamo.

 

DULCIS IN FUNDO

 Siamo stati come Commissione Commercio a visitare i locali dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco di corso Regina Margherita, a pochi passi da Porta Palazzo, dove ha aperto Combo, una struttura con attività che vanno da spazi di co-working, ad aree per lo studio o per incontri, da un ristorante, ad un ostello da oltre 200 posti a prezzi accessibili (da 20 €/notte). Soluzioni architettoniche molto funzionali in stile nordico (dovute all’architetto norvegese Ole Sondresen). Un investimento privato importante (più di 15 milioni di euro), in un’area come quella di Porta Palazzo che sta vedendo profonde trasformazioni. Anche qui è necessaria una regia da parte della città, per fare in modo che tutte queste iniziative si parlino e rispondano alla necessità di riqualificare questo quadrante.

 

Al solito segnalateci impressioni, suggerimenti e richieste a questi indirizzi:

scrivi@francescotresso.it

listacivica@comune.torino.it

 

A presto,

Francesco


    Condividi su

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *