Giugno-Luglio 2020


Cari amici, vi mando un aggiornamento prima della pausa estiva, per raccontarvi dei lavori consiliari e di come si sia intensificato il dibattito politico cittadino in questo ultimo periodo.

Inizio dal secondo punto: in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno, quando a maggio andremo ad eleggere il/la Sindaco/a di Torino, ci sono stati movimenti nell’area di centrosinistra in cui mi colloco. L’azionista di maggioranza, il PD, ha indetto una riunione invitando tutte le forze di una possibile coalizione, per discutere sul percorso che possa portare alla scelta dei possibili candidati. Si è più dibattuto di metodo che di contenuti, in particolare sull’opportunità o meno di indire delle primarie di coalizione. Nel mio intervento ho fatto presente che più che partire dalla discussione del metodo mi interessa condividere un progetto. Il vero tema è alzare l’asticella della politica, più che auto candidature vorrei vedere in campo persone capaci e progetti lungimiranti per la città. Anzi, auspicherei di vedere capacità e contenuti anche nelle forze avversarie, per elevare il dibattito politico.

Partire dalla proposta delle primarie senza aver prima condiviso un percorso mi sembra sminuire uno strumento democratico e partecipativo: se apriamo il campo alle autocandidature, rischiamo un proliferare di nomi che non hanno tra loro il collante di un progetto comune, offrendo un quadro disarticolato che non va nella direzione di una proposta forte per la città.

Torino è di fronte ad una grande sfida: non deve solo superare la fase post-pandemia, ma soprattutto sbloccare lo stallo ereditato dall’Amministrazione Appendino e sovvertire una scia di declino, che ha radici ancora più profonde e datate. Serve una nuova cultura politica, capace di interpretare nuovi bisogni, che la politica tradizionale non ha saputo interpretare e che il virus ha fatto emergere con chiarezza.

Per far questo bisogna costruire una squadra che abbia competenze e capacità e avere il coraggio di pensare ad un ciclo nuovo, che sappia rinnovare la forma dell’azione politica andando oltre i tatticismi e gli apparentamenti, valorizzando anche le diverse anime della città che hanno capacità di mobilitarsi, in forme diverse di impegno civico.

 

CAPITALE TORINO

Partendo proprio da questo fine, quello di mettere in relazione realtà diverse delle società civile, associazioni e soggetti che vogliono incidere nella costruzione del futuro di Torino e credono nella necessità di restituirle una nuova stagione da protagonista, ho lavorato con un gruppo di altre persone in questi mesi alla costituzione di una piattaforma, che abbiamo chiamato CAPITALE TORINO, a sottolineare il fatto che vogliamo puntare sul capitale umano di questa città.

In sostanza, Capitale Torino si propone come un aggregatore di realtà civiche del centro-sinistra, che intende compattare intorno ad un’idea di città capace di essere inclusiva e di attrarre investitori, talento, risorse, turismo. Una città che possa essere capace di offrire ai suoi giovani la possibilità di restare e contribuire alla sua crescita: un posto dove desiderare vivere, insomma.

In questo percorso siamo partiti dalla squadra e non da un ipotetico leader, proponendo un “noi” e non un “io” e uno dei nostri obiettivi è quello di favorire la selezione di persone candidabili in tutti i ruoli necessari all’amministrazione della città, cercandoli all’interno della società civile in virtù della loro statura morale, standing, capacità di ascolto, competenza, visione.

In totale abbiamo preso contatti con una quarantina di associazioni torinesi, portando a bordo persone che provengono da quelle realtà; nel mese di luglio abbiamo avviato una serie di seminari tematici su diversi temi: scuola, sport e salute, ambiente, accoglienza, urbanistica. Inoltre ho organizzato un tavolo di confronto con le realtà civiche milanesi, impegnate nelle elaborazioni di programmi per le elezioni meneghine, che coincidono nel 2021.

Il risultato di questo lavoro consente di costruire in modo progressivo un’agenda politica, che presenteremo in autunno, quando ci costituiremo come soggetto politico (la naturale evoluzione è costituire una lista che rappresenti tutto il polo civico del csx) in vista delle elezioni del prossimo anno.

Invito tutti voi a visitare il nostro sito: www.capitaletorino.it e a scrivermi vostre impressioni e dubbi. Chiunque sia interessato a partecipare, dedicando tempo e risorse o anche solo manifestando adesione o segnalando realtà cittadine che ritiene sarebbe utile inserire in questa rete, è pregato di scriverci al seguente indirizzo: info@capitaletorino.it.

Come logo abbiamo scelto le 7 stelle dell’orsa maggiore: una costellazione di competenze ispirata nella scelta cromatica ai Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite.

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Di seguito una breve sintesi dei principali temi che hanno riguardato i lavori del Consiglio Comunale in questo periodo.

 

COMMISSARIAMENTO TEATRO REGIO

Appendino ha chiesto il Commissariamento del Teatro Regio, di cui è Presidente. Certo si sapeva che chiudere in pareggio il bilancio 2019 sarebbe stato arduo, con un disavanzo di 2,3 milioni, la crisi Covid e un Ente fortemente indebitato (30 milioni). Ma allora perché, ancora pochi mesi fa, la sindaca tesseva le lodi di William Graziosi, il Sovrintendente scelto da lei, oggi indagato per corruzione e turbativa d’asta, “per aver fatto un gran lavoro e consentire al teatro di progettare il futuro su solide basi per i prossimi anni”?

Appendino ha ereditato una situazione già compromessa dal punto di vista del debito, ma in 4 anni non ha saputo dare un impulso diverso, ha commissionato un piano industriale che poi non è stato attuato e si è dimostrato fallace ed eccessivamente ottimistico. In più ha dimostrato di non avere potere contrattuale con le fondazioni bancarie  e di aver puntato su persone (Graziosi) che nella migliore delle ipotesi si sono rivelate incapaci, vedremo se anche disoneste. Ora il commissariamento rischia seriamente di declassare il teatro e mettere a rischio i 400 dipendenti e i circa 60 precari che ci lavorano. Non è un bel segnale per la città, rischiamo di avere un teatro di provincia, altro che un Teatro Regio.

 

VARIANTE PIANO REGOLATORE

Dopo quattro anni di lavoro la Giunta ha presentato il documento preliminare della Variante Generale del Piano Regolatore. Si tratta di un passo importante, sostanzialmente ridisegna quella che è l’idea della città in un arco temporale di medio termine. Nei miei interventi ho rimarcato 2 aspetti: il primo è di tipo formale, la maggioranza ha voluto discutere ed approvare gli elaborati  (diverse migliaia di pagine) nel giro di una settimana, senza dare il tempo di discuterlo approfonditamente e recepire osservazioni da parte di soggetti quali ordini professionali e associazioni di categoria, pur di dimostrare che nell’arco di questa legislatura riesce a concludere il lavoro (la norma prevede infatti successive fasi che dureranno alcuni mesi per arrivare all’approvazione del progetto finale). Insomma, si è tergiversato per 4 anni e ora si corre, peraltro a valle di una pandemia che, forse, qualche riflessione su come rivedere gli spazi urbani doveva suggerirla.

La seconda osservazione, di metodo, è la mancanza di un’impronta politica, di visione sul futuro della città. Nella premessa si riscontra un’elencazione di valori generici, un egualitarismo astratto indifferente ai luoghi, agli spazi. Una città più piccola, viene ribadito, senza prendere in considerazione che può esistere una crescita diversa, immateriale, che guarda allo sviluppo, all’innovazione ed al rapporto con il territorio più che ad un’espansione demografica all’interno della cinta daziaria.

Ci si è accontentati di fare un’operazione di manutenzione ordinaria, con l’ottica di rivedere un Regolamento Edilizio più che avere la prospettiva di pensare ad un Piano Regolatore.

 

BIBLIOTECHE CHIUSE

A fine giugno ho presentato l’interpellanza “Riapertura Biblioteche Civiche cittadine: spazi e servizi preziosi sottoutilizzati“, dove sottolineavo come, su 18 biblioteche civiche, ne fossero state riaperte solo per 2 dall’inizio della fase 2, contrariamente a quanto è successo a Bologna (12 riaperte su 13), Roma (12 su 40), Milano (20 su 25). Oggi la situazione è migliorata, sono state riaperte 9 biblioteche a tempo pieno per il prestito librario sulle 18 disponibili ed altre 3 a part time, mentre sono ancora precluse attività come aule studio e lettura di giornali e riviste. Certo si sarebbe dovuto avere più coraggio, molte biblioteche ad esempio hanno spazi all’aperto e parchi di fronte, che potevano essere utilizzati per attività con i ragazzi durante l’estate, come letture pubbliche, rappresentazioni teatrali, erogare servizi culturali e di socializzazione. Sarebbe stato importante in una estate come questa.

 

 METRO2

metropolitana inizieranno entro il 2024, affidando la progettazione definitiva alla società partecipata Infra.To. Ad oggi sul piatto ci sono gli 828 milioni di euro messi a disposizione dal Governo nell’ultima finanziaria, a cui dovrebbero aggiungersene altri 600 grazie ad un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti. Il prezzo complessivo stimato supera i 4 miliardi, per cui queste somme consentono di progettare e realizzare un primo lotto centrale, compreso tra il Politecnico e Rebaudengo.

Sul merito ho espresso un paio di considerazioni: la prima, è la perplessità che una progettazione del genere (si tratta di 32 M solo per la progettazione) venga affidata ad una società in house che consta ad oggi di una trentina di addetti, e che dovrebbe in teoria completare il progetto in 1 anno. La seconda è che ancora non è stato chiarito se la progettazione debba riguardare inizialmente solo il lotto centrale, anziché comprendere già l’estensione verso Barca Bertolla, con attestamento a Pescarito, in modo da rendere chiaro che la Metro 2 deve avere un ruolo centrale nel connettere l’area nord della città, storicamente più penalizzata. Al riguardo ho presentato una mozione “Metropolitana 2: lo sfiocco Pescarito è indispensabile“, ancora in attesa di poterla discutere in Consiglio.

 

DULCIS IN FUNDO

In questi giorni la Sindaca Appendino ha confermato l’incarico alla Garante delle persone private della libertà, seguendo l’indicazione che avevamo unanimemente espresso come conferenza dei capigruppo. Sono molto contento di questa scelta, in questi anni abbiamo realizzato diverse iniziative per i detenuti con la garante Monica Gallo, che si è dimostrata persona risoluta e coraggiosa. Una conferma che è particolarmente significativa in questo periodo, in cui la sua denuncia ha avviato un’indagine all’interno del carcere in cui si sospettano reati gravi quali quello di tortura, che hanno comportato 25 indagati e la rimozione dagli incarichi del Direttore e del Comandante delle Guardie.

 

Al solito, segnalateci impressioni, suggerimenti e richieste a questi indirizzi:

scrivi@francescotresso.it

listacivica@comune.torino.it

A presto,

Francesco


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