IL PO COME RISORSA


In equilibrio tra possibili esondazioni e spazi da vivere

Torino e il Po. Due anni fa veniva votata all’unanimità la mozione “Istituzione di un Tavolo di Lavoro per la gestione e la fruizione del fiume Po nel tratto cittadino“, che avevo presentato. L’obiettivo era proprio quello richiamato nell’articolo di Andrea Rinaldi, sul Corriere della Sera, ovvero avviare un percorso di pianificazione e gestione del fiume, in accordo con gli Enti, le associazioni e i circolo remieri, per valorizzare questa risorsa che rende unica la nostra città, al pari delle grandi capitali europee sorte lungo i fiumi. Dopo l’alluvione del 2016, quella in cui abbiamo perso Valentina e Valentino, avevo anticipato ad Appendino un documento snello, che richiamava la necessità di garantire l’equilibrio con un corso d’acqua che può produrre alluvioni importanti, e contemporaneamente essere occasione straordinaria per sviluppare iniziative di cultura, di sport, essere motore di turismo e prezioso corridoio di biodiversità che attraversa la città. Nulla è stato fatto da questa amministrazione per raccogliere questi stimoli, né il recente progetto della variante al Piano regolatore ha dedicato una riflessione adeguata al tema del rapporto città/fiume. E’ un altro dei temi da cui bisogna ripartire per il futuro di Torino, mettendo a sistema tutti gli aspetti collegati, come la rivalutazione del Valentino, la riapertura dei Murazzi, la navigazione fluviale.


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