Settembre 2020


Cari amici,

riprendo ad aggiornarvi sulle vicende del Consiglio Comunale dopo la pausa estiva, in un momento di grande incertezza legato al virus che torna a farsi sentire e ad una recessione economica sempre più preoccupante.

In città sono ufficialmente partite le grandi manovre in vista delle elezioni cittadine della prossima primavera, in cui eleggeremo chi succederà ad Appendino. In questo periodo ho partecipato ad alcune riunioni indette dal PD con le forze politiche del csx, dove mi sono sembrate prevalere logiche di posizionamento delle diverse correnti più che puntare ad un programma che miri a recuperare una fetta importante della città che dalla politica si sente lontana, o diffida. La mia impressione è che manchi la capacità di una proposta realmente innovativa, che guardi a quelle persone che preferiscono coinvolgersi fuori dalle istituzioni, guidando progetti in campo sociale o impegnandosi nel proprio universo professionale: risorse e competenze che la società civile può mettere a disposizione della città, se si è capaci di aprire e lasciare degli spazi.

Il tema della competenza e della capacità di scelta deve essere uno degli aspetti centrali della proposta politica per Torino: in Consiglio ho assisto da oltre quattro anni all’agonia progettuale e strategica di un’amministrazione sfinita da dissidi interni e dall’indeterminatezza politica della Sindaca. Per questo mi sono speso negli ultimi mesi per una iniziativa civica, Capitale Torino (www.capitaletorino.it), nata per mettere in campo competenza e passione, recuperando idee e proposte elaborate all’interno di diverse esperienze associative torinesi, stimolando la crescita di un programma di governo di centrosinistra vicino ai bisogni delle persone e possibilmente incurante dei tatticismi dei partiti.

L’indispensabile riposizionamento di Torino nello scenario nazionale ed europeo non passa da accordi tra le segreterie: passa dal desiderio di futuro dei suoi cittadini e dalla capacità della politica locale di costruire un percorso condiviso, che sappia esprimere una candidatura autorevole e vincente, che definisca una visione di città di cui tornare a essere orgogliosi.

Molto dibattuto in questi giorni è il tema delle primarie, come metodo democratico per scegliere il nome del candidato o della candidata a guidare la città: in linea di principio sono favorevole, è uno strumento importante per legittimare la scelta, ma non è per nulla banale pensare alla sua organizzazione in periodo di rialzo della diffusione del Covid. Per cui mi sembra necessario essere cauti, e valutare con attenzione l’evolvere della situazione, così come il votare su piattaforma digitale, proposto da alcuni, mi sembra una soluzione complessa da organizzare e che ridimensiona il significato della partecipazione.

 

Di seguito una breve sintesi di alcuni dei temi che mi hanno visto impegnato nel mese di settembre.

 TAVOLO ROM SENZA SEDIE

Il superamento dei campi Rom era uno dei punti programmatici di questa amministrazione: una questione complessa, che richiede risorse e progettualità: da un quadro di novembre 2016, gli uffici comunali indicavano come i nomadi censiti a Torino fossero circa 1500, suddivisi circa al 50% tra aree autorizzate e insediamenti spontanei.

A questo proposito nel 2017 era stata approvata una mozione che chiedeva alla sindaca di istituire un tavolo di lavoro con cittadini e associazioni del terzo settore, per promuovere un percorso di integrazione ed inclusione sociale che coinvolgesse gli abitanti delle baraccopoli, per arrivare ad un superamento dei campi abusivi e delle criticità quali i roghi che affliggevano gli abitanti della zona, anche mediante una collaborazione con le Forze dell’Ordine per smantellare la rete che gestisce il traffico illegale dello smaltimento dei rifiuti.

Ora, questo tavolo è stato convocato un’unica volta ad ottobre 2019; dopodiché si è arrivati all’annuncio del blitz ferragostano di quest’anno per lo sgombero del campo di via Germagnano, incentivando le persone che occupavano questo insediamento spontaneo ad abbandonarlo a fronte di una somma di denaro erogata dal Comune. Ho quindi presentato un’interpellanza, per sapere quali siano state le operazioni messe in campo per il superamento delle baraccopoli, cosa si intenda fare per interrompere la prosecuzione di incendi e dei fumi tossici, come mai era stato sospeso il Tavolo Rom e, soprattutto, con quali regole e criteri sono state erogate le somme di denaro alle persone che abbandonavano i campi. Nelle risposte fornite da Sindaca e Assessora Schellino sono stati sottaciuti gli importi concessi ai beneficiari che si sono allontanati, né è stato chiarito dove siano stati reperiti i fondi. Nel mio intervento ho sottolineato che la modalità scelta era opinabile: molte famiglie hanno preso i soldi e semplicemente si sono spostate, o ne hanno approfittato per tornare in Romania a trovare i parenti, per poi rientrare, peraltro creando potenziali situazioni di rischio sanitario in periodo di Covid. Non a caso, successivamente allo sgombero dell’area di via Germagnano, si sono registrate presenze abusive di Rom in altre parti della città, come piazza d’Armi o strada dell’Aeroporto. Credo che una soluzione vada invece ricercata prevedendo un censimento, definendo per quante persone si può attuare un programma di inserimento lavorativo per gli adulti e scolastico per i ragazzi, proponendo patti molto chiari a chi accetta e allontanando chi non sta alle regole. Tamponi messi in questa maniera non risolvono.

 

PIANO ESTATE 2020

In un’atmosfera kafkiana, a metà settembre è stata votata, diciamo postuma, una mia mozione presentata il 4 maggio scorso, che chiedeva di progettare un Piano per l’estate dei bambini e dei ragazzi torinesi. Votata alle porte dell’autunno, perché la maggioranza ha voluto rimandarla per 5 mesi. Nel testo chiedevo di elaborare una strategia cittadina per mettere a disposizione delle famiglie, soprattutto quelle più penalizzate dall’epidemia, un programma ricco di iniziative per l’estate, organizzando per tempo gli spazi cittadini quali piazze e giardini, per ospitare attività sportive, culturali e di sostegno alla formazione.

Purtroppo il bilancio dell’estate ragazzi torinesi è stato invece molto deludente: i centri estivi hanno aperto il 29 giugno, in ritardo rispetto a molti altri comuni, e sono stati organizzati tardivamente, così che molte meno famiglie rispetto agli altri anni ne hanno fruito, perché sino all’ultimo non son state date indicazioni chiare. In totale hanno partecipato ai centri estivi solo 700 ragazzi su 1860 posti disponibili, meno del 40%.

Nell’anno del Covid é mancata la voglia di osare, di pensare a come far recuperare occasioni di socialità ai ragazzi rinchiusi nel lockdown.

 

4 ANNI SENZA BATTELLI SUL PO

Esattamente 4 anni fa, Valentino e Valentina si schiantavano sulle arcate del ponte della Gran Madre, dopo esser state disormeggiate dalla forza della corrente durante un evento di piena piuttosto gravoso. Sul tema avevo già posto diversi quesiti, per sapere se fosse intenzione dell’Amministrazione ripristinare la navigazione fluviale per turisti. Avendo letto alcune notizie di stampa circa l’acquisto di un nuovo battello, ho presentato una nuova interpellanza per avere informazioni più dettagliate e sapere come mai non si era parlato del progetto nell’ambito del “Tavolo di Lavoro per la gestione e la fruizione del fiume Po”, istituito nel giugno 2018 a seguito di una mozione che avevo presentato e che era stata votata all’unanimità dal Consiglio. Il motivo è che il tavolo, che doveva nelle intenzioni coinvolgere tecnici insieme ad associazioni remiere e ambientaliste, oltre a GTT (che gestiva, appunto, il servizio di navigazione fluviale), non si è mai riunito nell’ultimo anno.

L’assessora Lapietra ha comunque risposto dicendo che si sta pensando di utilizzare natanti a trazione elettrica, sollevabili tramite gru in caso di piena, per essere ricoverati in sicurezza: dopo 4 anni fa piacere, abbiamo finalmente una prospettiva.

“Torino città d’acque” era un Piano del 1993, che aveva lo scopo di riqualificare i corsi d’acqua torinesi, connettendoli ad una rete di aree verdi, per aumentarne la funzione ecologica e di fruizione. Sarebbe il caso di riprendere quei temi, in un’ottica di valorizzazione di questa incredibile risorsa che è il Po per la nostra città: un servizio di navigazione fluviale può in questo senso essere occasione di turismo, di educazione ambientale, di cultura. Ma ci vuole un progetto, non solo pensare ad un battello.

 

DULCIS IN FUNDO

 Il 16 settembre è stato inaugurato il parco dei “Laghetti di Falchera”: uno spazio verde di 43 ettari, realizzato in 5 anni di lavori e con una spesa di oltre 3 milioni di euro. Il progetto, avviato oltre trent’anni fa, è un esempio virtuoso perché il lago era simbolicamente un luogo negativo della periferia nord, ed è stato bonificato dai rifiuti che lo avevano colmato. Lungo il lago c’erano orti abusivi che sono stati rimpiazzati da oltre un centinaio di nuove aree da coltivare, recintate e dotate di impianto d’irrigazione, provviste di un casotto per gli attrezzi. Il parco comprende anche un’area cani, campi per l’attività sportiva, ma soprattutto un magnifico spazio di naturalità che circonda i laghi, unendo il quartiere con la campagna circostante.

Vi consiglio di farvi una passeggiata: io ci sono stato la settimana scorsa in compagnia del Presidente e della Responsabile organizzativa del Comitato Falchera e di alcuni giovani del Comitato Yepp Falchera. Il posto è veramente bello, le aree naturali ben progettate e così pure le strutture, che rilevano un’attenzione particolare nella scelta dei materiali. Ma la vera sorpresa è stato parlare con i giovani falcheresi: ragazzi motivati, che sentono viva l’appartenenza alla comunità del loro quartiere, che tentano, tra molte difficoltà, di mettere in pista progetti culturali. E che chiedono di poter partecipare alla gestione della casa del Parco, di prossima assegnazione, per non limitarla alla funzione di bar ma per essere luogo di presidio, in collaborazione con le altre realtà culturali e sociali del quartiere, come il Centro per il Protagonismo Giovanile “El Barrio”, nato nel 2002 attraverso un partenariato fra l’amministrazione e il privato sociale.

Falchera è anche questo.

 

Al solito segnalateci impressioni, suggerimenti e richieste a questi indirizzi:

scrivi@francescotresso.it

listacivica@comune.torino.it

 

A presto,

Francesco

 


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